Antologia critica selezionata
SUL SUO LAVORO HANNO SCRITTO:
Susan Sontang, Domenico Rea,Giorgio Agamben, Marcello Venturolli, Giorgio Di Genova, Paolo Milano, Rudolf Arnheim, Guido Giuffré, Leonardo Sinisgalli, Sandra Orienti, Lorenza Trucchi, Michel Sager, Giorgio Cortenova, Luigi Serravalli, Vittorio Rubiu, Andrea Caterini, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Fabrizio D'Amico, Marisa Volpi, Mario Quesada, Peter Weiermair, Elio Mercuri, Achille Bonito Oliva, Anne-Marie Boetti, Erri De Luca, Goffredo Parise, Amelia Rosselli, Gabriella Caramore, Marina, Miragllia, Nadia Fusini, Graziella Lonardi Buontempo, Franco Marcoaldi, Alice Ceresa, Arnold Tribus, Bruno Mantura, Maria Silvia Farci, Valerio Magrelli, Elisabetta Rasy, Daniela Lancioni, Brunella Buscicchio Schere, Monica Ferrando, Christiane Rekade,...
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Susan Sontag
Trattare l'esistenza come soltanto flusso, ombra, variazione perpetua, impermanenza. Una spietata saggezza, antica come i presocratici e sempre nuova. «Io non dipingo l'essere», (la formula è di Montaigne), <«io dipingo il passaggio». Il passaggio -- cioè il movimento per cui, ciò che è, sventatamente si cancella; il momento che, scomponendosi, diviene un altro momento. […]
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Giorgio Agamben
Rovesciando l’opinione comune, Bonnard ha scritto una volta che ”il disegno è la sensazione, il colore è il ragionamento”. Questo teso, provocatorio aforisma si attaglia perfettamente al lavoro di Marilù. Nei taccuini e nelle carte, la sua mano insegue a tal punto il pulviscolo delle sensazioni, che il segno si sfrangia in migliaia di piccoli tratti e quasi scarabocchi, in cui vibrano […]
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Goffredo Parise
Cara Marilu, sono molto contento che tu faccia una mostra a Capri. E lo sono, non soltanto per te, ma perché una tua mostra a Capri e per di più di ritratti, è una curiosa coincidenza che sta a dimostrare a me, appunto, perché ne sono contento. Sarò più chiaro. Il tuo genere di pittura, o per meglio dire di disegno […]
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Rudolf Arnheim
A sentire che Marilù Eustachio ha una mostra a Milano, mi torna in mente il pomeriggio (a Roma, qualche mese fa) in cui lei stessa mi mostrò suoi lavori recenti e di anni passati. La giornata era coperta, per cui disegni e dipinti pareva riluttassero ad emergere dalle loro superfici. A prima vista, un'incolmabile distanza sembrava interporsi fra i "ritratti" […]
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Amelia Rosselli
«Per prima cosa, di solito, traccio dei segni sulla tela che, in parte, poi annullo con colore assai diluito, per ritracciare altri segni che vengono a loro volta ricoperti da stesure di colore sempre più corpose, e così avanti, finché il quadro sembra essersi formato da solo secondo le leggi sue interne. I segni sottolineano lo spazio, lo delimitano... […]
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Erri De Luca
Ho conosciuto tardi le montagne. Da bambino un vulcano occupava l'oriente. Secondo le luci del giorno era al mattino un dolce di forno, lievito della notte, a sera invece era un bubbone inciso. Sia impasto o escrescenza, un vulcano non è una montagna. Sopra il suo largo cratere galleggiavano nitide a forma di tazza, opera di vasa […]
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Domenico Rea
Dinanzi ai dipinti della Eustachio si vorrebbe restare in silenzio, giacché il silenzio è il primo pensiero - immagine che suggeriscono le sue figure. Si tratta di solito, di personaggi severi, tristi, chiusi in se stessi, al di qua di ogni meraviglia e sorpresa della vita […]
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Alice Ceresa
Ho sempre avuto la curiosa impressione che la mano di Marilù Eustachio non tracciasse i suoi disegni sulla carta, ma ne traesse segni lontani già in qualche modo in essa contenuti. È probabile che questa immaginazione mi sia stata suggerita dai ritratti di anni fa che si affacciano pallidi ma inesorabili dal nulla e si svelano sottovoce ma fedelissimi, quasi trattenuti nel foglio, monocordi e sensibili […]
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Marina Miraglia
L'interesse estetico e formale delle fotografie che Marilù Eustachio ci propone, sta nello stretto rapporto di continuità rispetto a tutta la sua produzione artistica, quella pittorica e grafica, cui saldamente si embricano, contribuendo a definire un saldo e coerente nucleo poetico di ricerca e di percorso […]
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Paolo Milano
Rudolf Arnheim parla di una giornata grigia, di trame astratte che paiono sitare a staccarsi dal fondo, tanto scarsa è la luce. A me, l'opacità delle zarze di Marilù Eustachio pare deliberata, una scelta quasi assoluta: l'arta, infatti, le ha volute in maggioranza monocrome e di un'unica dimen fone. […]
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Elisabetta Rasy
Cara Marilù, da quando ho cominciato a conoscerli e ad ammirarli, le figure che tu tracci e i colori a volte tenui a volte ipnotici che spandi sulla tela o sulla carta hanno sempre avuto ai miei occhi qualcosa di enigmatico. Come se mi lasciassero senza parole, confusa in un silenzio, un silenzio confortevole e un po' misterioso. Certo, le tue opere sono simili a te: […]
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Fabrizio d'Amico
Questi smalti e pastelli su carta, datati prevalentemente al 1984, sono forse il limite di una stagione per Marilù Eustachio; che ha già presentato, a Roma e altrove, il frutto di un suo lavoro più ancora recente: grandi nudi di donna, di cui ricordo il volto nascosto, e quasi scancellate le forme, tranne la schiena o il torso espansi, grevi, slabbrati, forse dolenti. Un passo inatteso era stato, […]
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Marisa Volpi
Ormai sappiamo quanto il nostro rapporto con la realtà sia sconnesso dalla forza dell'immaginazione, e sembra per quanto ci si provi che non si possa fare a meno di questa consapevolezza frastornante. Marilù Eustachio nell'uso accorto e raffinato del segno e del colore è permeata di questo senso della labilità. […]
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Nadia Fusini
Per un popolo di alfabetizzati leggere significa compitare le lettere dell'alfabeto che corrono sulla pagina, secondo una direzione che da sinistra corre verso destra, e poi ritorna daccapo a sinistra, e così via. Ma che succede se sulla medesima pagina, accanto alle parole si installano dei segni incisi con lo stesso inchiostro, eppure non sono parole? […]
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Vittorio Rubiu
Marilu Eustachio è un'artista di singolare presenza che espone una nutrita serie di opere alla galleria II Collezionista a Roma. Simona Weller, nel suo libro, che è anche un utilissimo pron. tuario sul contributo dato dalla donna all'arte italiana del No. vecento, ricorda gli inizi dell'Eustachio, intorno agli anni Sessanta, caratterizzati da un vivace impegno sociale. […]
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Franco Marcoaldi
E’ su quanto ‘resta’, poco o tanto che sia, che si posa l’occhio fotografico - amorevole e disilluso - di Marilù Eustachio. Perché tutto, davvero tutto, può essere fonte di un ‘disperato incanto’, come direbbe Wisława Szymborska: una crepa lungo la parete di una casa disabitata, l’angusto spazio di una stalla rubato con fatica alla roccia, placide mucche ai bordi di placidi laghi, giochi di rifrazioni […]
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Peter Weiermair
Nata a Merano, ma da sempre residente a Roma, Marilů Eustachio si dedica ad un'attività artistica che raccoglie in sé due forme d'espressione attribuite rispettivamente al campo letterario e a quello delle arti figurative Nel caso specifico, parliamo di diari e di taccuini di disegni.Oltre a sequenze di immagini, fortemente caratterizzate da un deciso tratto grafico e spesso basate su fotografie, ovvero su una visione già mediata della realtà, […]
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Leonardo Sinisgalli
Elio Mercuri ha scritto una giudiziosa introduzione alla piccola mostra di piante, paesaggi, interni tredici tele in tutto del '65 da Maria Luisa Eustachio presentati alla galleria Il Girasole di Via Margutta. Mercuri cita Kandinsky, cita Gropius, cita Boccioni per esorcizzare i giovani dalla lusinga di una "presa sentimentale o esistenziale della realtà" fine a se stessa. […]
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Mario Quesada
Accade d' incontrare talvolta una donna minuta, dall'aria fragile, i movimenti lenti dentro gonne, sciarpe, lane abbondanti, i capelli, insofferenti all'ordine, tirati indietro; accade di sentirne la voce che calma espone idee semplici, tuttavia profonde, protette da un'istintiva ironia; accade più raramente di vedere i suoi quadri, ma quando ciò avviene è davvero una sorpesa. […]
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Gabriella Caramore
1. La prima cosa che ho conosciuto di Marilù, sono state le sue Teste. In bell'ordine, alle pareti della galleria che le ospitava, mi sono subito venute incontro con la loro domanda ansiosa e velata. Che non è dissimile, a pensarci bene, da quella che ogni volto ci pone quando lo incontriamo. Solo che nei quadri di Marilù l'interrogazione è immediatamente evidente. Non consente proroghe. […]
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Valerio Magrelli
Petalo dell'impronta
un'onda digitale:
curva che si propaga
emissione di sé.La spinta che si estingue
sulla sponda del nulla:
spuma che non ha rena
remissione di sé. -
Daniela Lancioni
Cara Marilù, questa parola, impressioni, si è imposta con una certa insistenza dopo la mia visita a casa tua durante la preparazione della mostra alla Nuova Pesa. Non per alludere alla mia reazione nel guardare le tue opere e nel parlare con te, dispensatrice, sia detto per inciso, di una gentilezza ferma che è dote caratteriale delle più apprezzabili. […]